La presenza del verde all’interno delle città incide notevolmente sull’ambiente e sulla salute del cittadino. Gli alberi infatti hanno la capacità di emettere numerosi composti volatili chiamati BVOC (Biogenic Volatil Organic Compound) di cui dobbiamo tenere conto per valutare la qualità dell’aria che respiriamo.
Le piante producono questi composti organici per difendersi da stress biotici, come insetti ed erbivori, e stress abiotici, come le alte temperature. La produzione di BVOC è specie-specifica, quindi ogni pianta privilegerà la produzione di alcuni composti piuttosto che altri.
In generale, per BVOC si intendono composti appartenenti alla classe degli isoprenoidi e dei terpeni. I terpeni sono i responsabili delle profumazioni e delle fragranze dei fiori! Queste molecole-segnale sono utilissime alle piante per difendersi da parassiti e predatori, ma hanno anche la funzione di attirare gli insetti impollinatori. Gli isoprenoidi, invece, sono prodotti in abbondanza soprattutto quando le piante sono sottoposte a stress come quello termico. Senza questi composti gli alberi non potrebbero sopravvivere quando fa caldo, soprattutto in città dove a causa del fenomeno dell’isola di calore le temperature sono ancora più alte che in campagna! Tra le specie che emettono prevalentemente isoprenoidi troviamo pioppi e salici, mentre l’odore tipico dei pini e delle conifere in generale è dato dai terpeni (Steinbrecher et al., 2009). Altre specie rilasciano gli uni e gli altri composti, come nel caso di quelle appartenenti ai generi Quercus o Abies.
Le BVOC possono creare qualche problema alla qualità dell’aria in città?? Alcuni studi hanno evidenziato che in certi casi le BVOC possono reagire con le sostanze prodotte dall’inquinamento antropico (ossidi di azoto, NOx), creandone di nuove che peggiorano la qualità dell’aria. L’ozono e il particolato sono un esempio. Questo non deve farci pensare che il verde urbano vada limitato, al contrario, deve farci riflettere sull’importanza della scelta e collocazione degli alberi nelle città!
E poi, sarebbe pensabile scegliere soltanto specie a bassa emissione di BVOC? In uno scenario in cui le temperature si stanno innalzando no, poichè questi composti volatili rappresentano un meccanismo di difesa della pianta imprescindibile.
Si stima che nel 2050 oltre il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Il progetto LIFE Clivut sta elaborando un piano strategico per aumentare il verde in città, in linea con i CAM e il Green Deal, massimizzando i benefici nei confronti dei cittadini e della qualità dell’ambiente.
Ogni anno circa 41 milioni di euro vengono spesi per curare malattie legate al sistema respiratorio, perciò trovare delle soluzioni che rendano le città dei luoghi più vivibili sotto il profilo della qualità dell’aria è una questione urgente. Scegliere specie che possano mitigare gli effetti del cambiamento climatico è la sfida del Progetto LIFE Clivut per rendere le città partner sempre più pronte ad accettare le nuove sfide climatiche!